SLANG - 2a puntata: impara l'arte
italiani che a NYC cercano il successo nel mondo dell'arte
La seconda puntata di SLANG Sogno L'America Nel Giardino è dedicata alle storie degli italiani che emigrano a New York City per provare a sfondare usando il loro talento e la loro creatività. Si parte dalla storia di Irene, che sogna di fare l'attrice comica e nel mentre si mantiene facendo la cameriera, e si raccontano anche quelle di altri italiani che invece il loro successo personale e professionale lo hanno già raggiunto:
clicca sull'immagine per far partire lo streaming della puntata completa sul sito Rai.tv
Come la prima puntata anche questa è molto coinvolgente e molto ben realizzata. Inoltre, come la prima, può essere molto di aiuto ai tanti italiani che non sono più contenti in patria e sognano un futuro migliore all'estero: non è tutto rose e fiori e la vita dell'emigrato è dura, molto dura (lo confermo anche io che dal 2010 vivo in Germania). In particolare una frase di Irene, la protagonista di questa puntata, mi ha colpito molto, e che è perfettamente allineata alle frasi di Jonathan riportate nella pagina della puntata precedente:
farcela è quasi impossibile
perché c'è una competizione mostruosa
Lei si riferisce al mondo dello spettacolo, dove ci sono decine di migliaia di altri giovani di talento che hanno i numeri per farcela, e in cui ciò che ti permette di riuscire è determinazione e una buona dose di fortuna, ma il concetto è simile a quello del cameriere che diceva che non ti puoi permettere di saltare un giorno di lavoro perché se lo fai vieni licenziato all'istante visto che ci sono altri 100 pronti a prendere al volo il tuo posto.
Chi invece è riuscito nel diventare un attore professionista dice:
fare l'attore oggi è difficile ovunque,
e a New York è ancora più difficile
Ma c'è anche chi racconta che
a New York puoi fare la vita che vuoi
Tornando invece al mondo dello spettacolo devo dire che ho scoperto una cosa che non sapevo: il famoso Actors Studio di New York NON è una scuola di recitazione a cui ci si può iscrivere, ma un laboratorio pratico di sviluppo dell'arte teatrale, a cui tra l'altro è molto difficile accedere (pare che pochissimi attori italiani siano riusciti ad entrarci). Come è spiegato nelle FAQs del sito ufficiale si può entrare solo per invito e solo se si passano dei provini e test di ammissione (che sono notevolmente selettivi).
Delle varie storie raccontate in questa puntata quella che mi è piaciuta di più è stata quella di Vincenzo Amato, che dopo un duro inizio come garzone di un fabbro è diventato attore di successo praticamente per caso.
Queste le altre puntate della serie:
SLANG - 1a puntata: l'ossessione del cibo L'Italia è famosa nel mondo per la sua buona cucina, e a New York City di quasi 50.000 ristoranti ben il 50% sono ristoranti italiani. Normale quindi che molti nostri connazionali cerchino fortuna nell'industria del cibo. Slang racconta la storia di un ragazzo che ci sta provando, e di altri che ci sono già riusciti: vedi la prima puntata in streaming. |
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SLANG - 4a puntata: per moda di dire Delle 4 puntate questa all'inizio era quella che mi attraeva di meno perché la moda non è un argomento molto interessante per me (anche se è uno dei punti di forza della nostra industria italiana), ma alla fine devo dire l'ho trovata coinvolgente: è stata la puntata dove si è parlato di più del confronto della vita tra l'Italia e New York e l'America. |
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Delle tante cose che puoi fare a New York City una sicuramente imperdibile è salire su un grattacielo e guardare il panorama dall'alto. Gli osservatori più famosi sono l'Empire State Building, il Top of the Rock e il One World Observatory. Momento migliore: al tramonto. |
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