frodi assicurative in Italia
il motivo per cui poi non vogliono pagare
VERSIONE BREVE
Tutte le compagnie assicurative italiane quando si tratta di pagare un sinistro spesso "fanno storie" perché molti italiani provano a truffarle.
N.B. ovviamente questo NON giustifica affatto la loro condotta.
VERSIONE LUNGA
In uno degli articoli più importanti di questa sezione sulla scelta dell'assicurazione di viaggio spiego come in Italia non esista nessuna "assicurazione migliore", nel senso che dalla mia esperienza nel settore non mi sento di consigliare con serenità nessuna assicurazione (però bisogna comunque assicurarsi quindi alla fine dell'articolo consiglio le "meno peggio", vedi).
In questa pagina invece parlo dell'origine del male: le frodi assicurative in Italia.
Onestamente non so quando sia cominciato e come, ma ormai da decenni in Italia si è consolidato ed espanso questo terribile circolo vizioso:
- Alcuni italiani disonesti provano a frodare le assicurazioni, e molti ci riescono.
- Le assicurazioni per rifarsi delle perdite aumentano i premi assicurativi e assumono un atteggiamento ostile e diffidente nei confronti di tutti i clienti.
- Tutti gli italiani sono costretti a pagare premi assicurativi sempre più alti, permettendo ai disonesti di continuare a truffare (tanto ormai rischiano poco o niente).
E il ciclo ricomincia.
Soffermiamoci sulla seconda parte del secondo punto: come reazione all'atteggiamento truffaldino di una minoranza della popolazione le assicurazioni assumono un approccio diffidente nei confronti di tutti i loro clienti, sulla base del fatto che tutti potenzialmente le possono truffare.
Guarda ad esempio la terza colonna di questa tabella dell'IVASS (qui trovi il report originale) che visualizza i dati dell'attività antifrode nel solo ramo RC auto: a livello nazionale le assicurazioni hanno valutato "esposti a rischio frode" il 22,4% dei sinistri totali (più di uno su cinque), anche se poi ovviamente una volta fatte le dovute verifiche le vere truffe sono molte di meno.
N.B. Ovviamente le assicurazioni RC auto sono diverse da quelle di viaggio e ci saranno numeri diversi per le frodi relative, ma sulle assicurazioni viaggi non ho trovato dati significativi e a mio avviso questo comunque è un esempio valido per capire il ragionamento di fondo e le dimensioni del fenomeno.
Questo grafico dell'Ania visualizza gli stessi dati:
(tratto da questo report)
Quindi noi cittadini onesti paghiamo sulla nostra pelle la disonestà dei pochi truffatori che agiscono spavaldamente sapendo di rimanere spesso impuniti.
ATTENZIONE: in aggiunta a quanto fatto notare subito all'inizio, cioè che i tentativi di truffa NON giustificano affatto un trattamento ingiusto nei confronti di tutti i clienti onesti, c'è comunque da considerare che le compagnie assicurative sono in ottima salute: sempre stando ai dati dei report linkati prima le assicurazioni guadagnano ottimamente (si parla di un ROE di circa il 10% e utili per miliardi di euro) anche in questi anni di crisi. Malignamente si potrebbe pensare che guadagnano bene perché non pagano gli indennizzi dovuti a molti clienti onesti, ma a pensar male si fa peccato. E io non voglio assolutamente essere maligno.
Perché ti racconto queste cose?
Perché secondo me è importante capire le dinamiche dei fenomeni di cui rimaniamo vittima: quando leggi su internet tutte quelle storie negative di clienti che si sono visti negare un rimborso dovuto, o che sono stati trattati male, o che hanno dovuto spendere tempo ed energie per vedere poi i soldi solo dopo tantissimo tempo, invece di stare ad inveire a vuoto contro le cattive società assicurative pensa piuttosto che l'origine del male sono gli italiani disonesti e che la cura è un sistema sociale che punisca effettivamente ed efficaciemente i colpevoli e limiti le ingiustizie. E' un cambio di prospettiva a mio avviso molto utile per il risanamento e il progresso della nostra società: invece di una lamentela sterile contro una compagnia assicurativa percepita come distante e intoccabile si prende coscienza che l'origine del problema è nella nostra comunità e che il possibile cambiamento è nelle nostre mani, la soluzione è un maggiore impegno per la risoluzione dei problemi sociali. Lo ritengo molto più costruttivo di una semplice invettiva contro il malcostume delle società assicurative, che alla fine non ha nessuna conseguenza, anche se è uno sfogo perfettamente comprensibile e condivisibile dal punto di vista umano.